Alla parola estate si associa immediatamente il mare: la spiaggia, l’acqua e le onde… ma anche l’inquinamento. Un problema spesso al centro di notizie e telegiornali che purtroppo viene attribuito a diversi materiali, tra cui frequentemente (ma non sempre, fortunatamente) troviamo la plastica, ritenuta la principale colpevole di questa spiacevole situazione.
Dopo lo stop alla plastica usa e getta in vigore in Italia dal gennaio 2021, è stato fatto un curioso esperimento “marittimo” di cui oggi riportiamo l’esito. Prendendo in esame le bioplastiche (nello specifico PLA e PBAT), materiali considerati come sostitutivi al polimero tradizionale (quali HDPE e PP), è stato scoperto che anche quest’ultime si degradano lentamente nell’ambiente. Dal test condotto dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, emerge appunto come dopo sei mesi i granuli di plastica vergine (resin pellet) non mostrano una degradazione significativa in entrambi i polimeri analizzati.
Ciò significa, innanzitutto, che il provvedimento voluto dall’Unione Europea per ridurre i consumi di plastica monouso non è la via più idonea. Se i materiali che dovrebbero rimediare ai problemi non migliorano la situazione bisogna trovare una strada alternativa, sempre partendo dall’assunto che l’errore sta alla fonte, ovvero in chi disperde questi materiali.
D’altro canto, ed è qua che vogliamo far sentire la nostra voce, la sostituzione della plastica con materiali simili o diversamente sostenibili non è la soluzione efficace per risolvere l’inquinamento.
Eliminare la plastica porterebbe ad un maggior consumo di altri materiali, come vetro e carta: il primo richiede un consumo energetico maggiore per la pulizia finalizzata al riuso; il secondo, guardando nello specifico i sacchetti usa e getta, richiederebbe che la stessa carta venga utilizzata quattro volte per raggiungerne il bilancio energetico.
La plastica è certamente più visibile, non possiamo nasconderlo, ma riteniamo che la colpa principale debba sempre ricadere su chi è irresponsabile e l’abbandona. Torna dunque la domanda “Odiare la plastica: scelta consapevole o moda?”, alla quale abbiamo risposto con un precedente video illustrativo.
Noi di Temakrom, consapevoli della pericolosità e delle conseguenze sull’intero pianeta Terra che anche una singola azione sbagliata può avere, prestiamo molta attenzione utilizzando materiali idonei e mettendo in atto tutte le pratiche per evitare la diffusione dell’inquinamento, marittimo e non.
Questo per un futuro migliore, per Noi, per i nostri Clienti, per chi ci circonda e per il nostro amato Mondo.